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“la fonte”
tavola #1240: la fonte

storyboard

clicca per espandere ==== vignetta #1
Miho: <La sua storia? Scrivono giochi su di lei?>
Ibara-san (Junko's father): <Sì, sì, ma la sua storia è potente e difficile da gestire per cui solitamente l'abbiamo evitata.>
==== vignetta #2
Junko (classe di GTL): <Quindi… qual è la sua storia? Cosa le è accaduto?>
Ibara-san (Junko's father): <Oh, nessuno lo sa.>
Ibara-san (Junko's father): <Non è importante.>
==== vignetta #3
Junko (classe di GTL): <Non è importante??>
Ibara-san (Junko's father): <Tohya è un originale, cara, la fonte di un tipo di storia particolarmente potente e duraturo.>
==== vignetta #4
Ibara-san (Junko's father): <Qualunque cosa le sia accaduta, il responso emotivo alla sua storia fu tale che acquisì vita propria.>
==== vignetta #5
Ibara-san (Junko's father): <Più persone toccava, più la sua storia cresceva…>
==== vignetta #6
Ibara-san (Junko's father): <Fino a che il suo personaggio è diventato molto più reale di quanto lei non sia mai stata.>
==== vignetta #7
Erika Hayasaka: <Uwah!>
Ibara-san (Junko's father): <Non è ciò che le è accaduto che quelle persone vogliono esperire ancora e ancora.>
==== vignetta #8
Erika Hayasaka: <Ehi, attenta a dove->
Erika Hayasaka: <Ping?>
Ibara-san (Junko's father): <È ciò che la sua storia gli fa provare.>

console

<legione>

Tutto questo "Evil Grin" mi si addice…

“Pesce d'Aprile”

mercoledì 2010-03-31

Dite la verità, ci siete cascati.
Avete pensato che davvero Yuki e Kobayashi- kun rischiassero di finire imprigionati per chissà quanto tempo nelle cantine del locale, per esserne tirati fuori solo quando dovevano fare un concerto per intrattenere la folla gotica della "Caverna del Male". Beh, rilassatevi, perché come potete vedere la vera storia prosegue in maniera più logica, senza inaspettati colpi di scena e pericoli imprevisti. È solo per stavolta che ho preso il filo della storia finora, e basandomi sulle vignette della tavola di oggi ho manipolato i dialoghi per fargli prendere una piega strana ma plausibile.
Non me ne vogliate, vi prego, se ho approfittato così della vostra fiducia: era già da un po' che non facevamo un bel pesce d'Aprile ai lettori, l'ultima volta era riuscito piuttosto bene, e invece l'anno scorso era saltato per mancanza di idee. Non vogliatemene nemmeno se ho dipinto Kenji come un uomo d'affari che pensa solo al suo locale, uno schiavista senza scrupoli. Come vedrete nelle prossime tavole non é una persona del genere. Non é certo un bravo boy-scout, ma nemmeno un criminale. Kenji é… fatto un po' a modo suo. Credo che prossimamente avremo modo di conoscerlo un po' meglio.

Nota 1: per gli inviti a recarmi in luoghi diversi dal presente, minacce di morte ed altre espressioni di affetto, gli indirizzi e-mail sono in fondo alla pagina.
Nota 2: se vi state chiedendo di cosa diavolo sto parlando, dovevate esserci 1° Aprile. Chiederò a chi di dovere di linkare la pagina così com'era allora.
Nota 3: l'immagine del rant rappresenta noi tutti. Largo è la faccia che avevo io a mezzanotte, Piro la faccia che avevate voi la mattina del primo. :D

Saluti!

<mornon>

“Dopo l'InterNosCon”

domenica 2010-05-09

E l'InterNosCon è passata.
È stata un'esperienza molto bella, sia per i giochi, sia per le persone, a tratti anche molto forte; l'evento si conferma di alta qualità, e la mole di eventi giocati ha portato una varietà che mi ha fatto veramente piacere vedere.
Personalmente, posso parlare di questi eventi:

Poison'd: portato da me, è un gioco che parla di una ciurma di pirati dopo la morte del loro capitano, avvelenato dal cuoco di bordo, un assassino agli ordini del re. Violento e sboccato (in gioco) come dovrebbe essere, è stata un'ottima apertura.

Sexy Deadly: organizzato fuori dalle fasce ufficiali, parla di alcune delle donne piú potenti del pianeta, che si scontrano per avere un obiettivo comune; chi vuole usarlo, chi vuole distruggerlo, alla fine solo una potrà vincere.
Le meccaniche reputo abbiano bisogno ancora di qualche revisione, ma è un gioco da provare.

One Can Have Her: portato da me, mette in scena storie noir, con protagonisti che affrontano i loro crimini cercando di raggiungere il proprio scopo nella vita, e di conquistare la femme fatale che tutti loro desiderano.
Non siamo riusciti a finirlo (da tre giocatori e quattro ore di tempo, siamo passati a quattro giocatori e due ore...), ma il gioco ha potenzialità; da riprovare.

Thy Vernal Chieftains: portato da me, è un gioco in cui si narrano le gesta di bretoni, celti e romani nella Britannia appena abbandonata dall'Impero; giovani che diventeranno capitribú, dovendo affrontare tutte le difficoltà dell'epoca, tra un territorio che ha perso chi fino a poco prima lo comandava e l'arrivo dei sassoni.
Anche qui, non l'abbiamo finito (causa tempo), ma mi ha ispirato decisamente molto.

In a Wicked Age: storie ambientate in un'epoca malvagia, quando ancora gli dei camminavano sul mondo e grandi imprese erano possibili; spesso chiamato "il gioco di Conan", per l'ambientazione e la struttura "ad antologia", ci abbiamo giocato fuori fascia ufficiale per iniziare un PBF sospeso da troppo tempo. Bella serata, bella compagnia e decisamente una bella partita.

Montsegur 1244: nel 1244, la fortezza di Montsegur cadde, dopo un assedio durato poco meno di un anno; a tutti fu fatta un'offerta: abiura, o rogo. Non si sa perché, oltre duecento persone, tra cui mercenari diventati catari da poche settimane, scelsero il rogo.Durante il gioco si seguono le vicende di alcuni personaggi, guardando alla loro vita prima e durante l'assedio, arrivando poi a scegliere: abiura, o rogo?
Montsegur 1244
si conferma un gran gioco, e averlo potuto giocare con l'autore è stata un'aggiunta di tutto rispetto.

A Flower for Mara (PDF): «Morí quella notte.
Era la luce dei miei giorni, la gloria della mia esistenza. Recisa come un fiore nel pieno della sua vita.
Ora, sono davanti alla sua tomba. La stanno calando in essa.
Non doveva andare cosí.

A Flower for Mara
è una rappresentazione improvvisata sulla morte, la perdita, il dolore, e la speranza.
In esso, i membri del cast interpreteranno i familiari piú stretti di Mara, una donna che è morta inaspettatamente, durante il primo anno seguente la sua morte.
Li vedremo affrontare la morte: saranno in grado di mettere da parte la loro sofferenza e continuare con le loro vite, o saranno intrappolati dal loro dolore, incapaci di andare avanti?»
In tutta onestà, sono restio a chiamarlo "gioco": nonostante sia stato continuamente interrotto da fattori esterni, nonostante non si sia riuscito a finirlo, è stata un'esperienza molto intensa.
A Flower for Mara
affronta l'argomento in quattro atti, divisi in cene di famiglia, Soliloqui davanti alla tomba di Mara e scene incentrate sui singoli personaggi.
Da provare. Con le persone giuste, ma da provare. Sapendo che può diventare molto, molto pesante, e che andrà a scavare nel dolore personale.

Una grande INC, tre giorni che sono stato veramente felice di spendere là, in mezzo a persone disponibilissime e desiderose di giocare e di mettersi in gioco; un grandissimo ringraziamento a chi ha iniziato tutto, e a tutti gli intervenuti per averlo reso possibile. L'anno prossimo ci sarò.

E voi? Qualcuno ci è andato e non si è fatto riconoscere?

P.S.: l'immagine è il simbolo di Poison'd.