mercoledì 2003-09-10
Normalmente non rendo noti i miei allineamenti politici (ah no? ihihihihih) ma oggi proprio non posso trattenermi dal dirvi cosa sta per succede (incrociamo le dita di no) in Europa, come è già da tempo in USA o in Australia:
brevetti sul software!
Ah, ma voi direte: "che male c'è? se faccio un programma e voglio venderlo devo proteggere i miei diritti".
No, quello è "copyright" ed è tutt'altro discorso, qua stiamo parlando di "brevetti".
Prendiamo un esempio di brevetto come quelli che Einstein avrebbe potuto leggere quando lavorava all'ufficio brevetti:
- forma e specifiche tecniche di uno strumento per facilitare l'ossigenazione del terreno composto da lungo manico di legno e da una testa metallica dal profilo tagliente (segue schema tecnico)
- strumento atto a rendere più rapido il lavoro dei raccoglitori di spighe, composto da un manico ligneo comprensivo di presa ergonomica e da una punta metallica curva e tagliente
Prendiamo ora un esempio (restando nella stessa metafora) di un brevetto come oggi viene spesso registrato nei suddetti stati:
- uso del metallo nell'agricoltura
Capite bene che, applicato ad un
oggetto questo è palesemente ridicolo e, difatti, neppure in USA verrebbe accettato (in Australia hanno invece perfino accettato un brevetto sull'invenzione della ruota, ma quelil accettano senza leggere, è un altro discorso).
E
invece quando la "cosa" che viene brevettata è un software, un programma, o
meglio un algoritmo o addirittura un metodo, tutto questo è all'ordine del giorno.
Qualche esempio?
- allocare la memoria occupata di un programma all'atto del caricamento grazie ad un apposito valore letto dall'intestazione dello stesso
- simulare la velocità di lettura di un CD-ROM rallentando un hard-disk
- comprimere un font codificando separatamenre le righe e le colonne completamente vuote
- un word processor con modalità separate per inserire testo o formule matematiche
- quicksort applicato a una lista di puntatori
- firma digitale di un messaggio inviandolo a un server centrale di firma tramite una erte telefonica
- sistema per ridurre la ridondanza di un dato
- uso del computer per analizzare il livello di preparaizone degli studenti
- utilizzo di una barra che si riempe progressivamente di colore per indicare l'avanzamento di un processo
…e questi sono solo alcuni esempi, e neanche i peggiori.
Potete facilmente intuire che
brevettare il software signfica brevettare idee e concetti, cosa che è sempre stata espressamente proibita (giustamente!) dalle varie leggi sui brevetti.
Ancora una volta, se una cosa riguarda i computer, la legge è totalmente inefficace e può essere aggirata facilmente.
Cosa fare?
C'è chi direbbe che la cosa migliore è creare una piccola ditta con qualche amico, brevettare qualche "idea geniale" e poi diventare miliardari per il fatto che tutti i software esistenti la usano.
Io preferisco invece illudermi di poter prevenire questo stato di cose almeno in europa, e firmo
la petizione di EuroLinux (ehi! in questo caso Linux in sé non c'entra niente, è solo un'associazione).
Per maggiori informazioni vi rimando ai siti di
EuroLinux e del
FFII.
O, meglio, al sito completamente italiano
Software Libero.
(ricordo che la questione dei brevetti è
totalmente indipendente dalla questione del copyright affrontata dalle varie licenze opensource)
P.S.: sì, è vero, i buoi sono
già fuggiti… ma questo non è un buon motivo per aprire anche la porta, oltre alla finestra che già era aperta.