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“Calze cadenti”
tavola #47: Calze cadenti

storyboard

clicca per espandere ==== vignetta #1
Piro: È… è… È stato così imbarazzante.
Piro: Dio, il petto mi fa male…
==== vignetta #2
Piro: Stupido! Stupido!! Perché sono scappato via? Parlo e leggo giapponese meglio di molti americani. Perché non gli ho semplicemente parlato? Che cosa diavolo m'è preso?
Piro: Probabilmente adesso penseranno che sono solo un fanboy stupido, idiota e coglioncello.
==== vignetta #3
Piro: Forse… Dovrei tornare indietro. In fondo mi avevano solo chiesto cosa stessi facendo. Non avevo ragione di agitarmi in quel modo. Mi hanno aiutato a tirare su quell'espositore che ho fatto cadere.
Piro: Effettivamente… erano abbastanza carine. Vere e proprie studentesse giapponesi. Le uniformi, i mocassini, le calze cadenti…
==== vignetta #4
Seraphim: Penso che sia l'ora di una piccola chiaccherata.

console

<lazyboy>

“Runt e uomini ombra”

domenica 2003-05-11

Alle volte mi convinco di essere l’uomo ombra di questo team traduttivo, nel senso che il mio contributo all’opera è ancora piuttosto oscuro… E’ proprio prendendo atto della mia tendenza all’inefficienza che gli altri traduttori, stamattina, mi hanno apostrofato: “Cazzo Lazy Boy, cerca di dare un significato alla tua esistenza: fa qualcosa, produci! E se proprio non vuoi metterti a tradurre le tavole, fa comunque qualcosa di semplice, chessò, scrivi un rant!” “Ehi ragazzi, andiamo! Ho un sacco di cose da fare, io… devo studiare, badare al mio sito, eppoi devo giocare al computer e leggere Linus, eppoi… eppoi devo…” (alla disperata ricerca di altre scuse) “Muoviti!!!”
E così, eccomi qua a cercare ispirazione ingurgitando Altoids, le caramelle alla cannella “curiously strong”, e ascoltando Think Tank, l’ultimo album dei Blur, quando mi accorgo che soltanto a scrivere di come mi sono ritrovato in questa situazione già sono a metà dell’opera.
Potrei a questo punto fare delle considerazioni sulla parola rant, di cui ignoro il significato (solo colui che ormai non è più dotato di una reputazione ammette candidamente la propria ignoranza…). D’istinto salta all’occhio (o meglio, all’orecchio) l’assonanza con il verbo rantolare, sebbene personalmente credo di poter escludere qualunque legame frai due termini. La seconda associazione a venirmi in mente è quella con la parola runt, usata da me ed i miei amici quando giochiamo a poker per definire una mano senza alcun valore (“Merda, ho un runt!”). L’occasione in cui più facilmente accade di ritrovarsi con un runt in mano è ovviamente quando si tenta di fare una scala.
Ma ho come l’impressione di stare nuovamente sviando…
In effetti potrei semplicemente mettermi a parlare di Megatokyo, ma probabilmente tutto quello che potrei dirvi lo trovate già nell’articolo di Clem. Posso solamente dirvi che condivido la battaglia di Largo contro il male e che di recente mi sono impegnato su questo fronte rigiocando Doom e Doom II: a parte essere stato colto da un attacco di nostalgia, quello che più mi ha stupito sono stati i limiti del gioco (con questa affermazione non voglio certo togliere nulla alla statura delle due opere della Id), come ad esempio il fatto (non me ne ricordavo…) che non si può saltare!
Sto nuovamente andando fuori tema, quindi mi sa che è meglio se concludo su questa nota nostalgica…

<clem131>

“Pollo al Curry Agrodolce!”

lunedì 2003-05-26

Manca un rant da troppo tempo, ci penso io. Avete notato come le immagini mie e di lazyboy facciano il paio? Impressionante, eh? Immagino che la gente penserà che siamo due fattoni, e non sarebbe molto lontana dal vero...
Venerdì scorso cena spacco a casa mia. Tutti sbronzi e felici e la mamma di là in camera da letto commossa perché sentirci cantare le canzoni dei cartoni animati la riportava ai vecchi tempi quando ero un piccolo clem con il ciuffo, gli occhi enormi e lo yo-yo. Io adoro cucinare, solo che ho un target molto altoatesino, mediamente, e venerdì scorso faceva così caldo che spezzatini torte e antani caldi non erano proponibili. Mi sono ingegnato un po', e non sapendo cosa scrivere, vi sottoporrò la mia ricetta per il pollo agrodolce al curry, l'attrazione della serata (oltre al sottoscritto, s'intende).
POLLO AL CURRY AGRODOLCE
Ingredienti:
- Pollo a pezzi (ala, coscia, sovraccoscia) o anche petto a dadini.
- curry
- farina
- mele granny smith
- uva sultanina
- olio
- cipolla
- sedano
- brodo
- vino bianco secco lievemente aromatico
Prima di tutto spellate i pezzi di pollo, poi fateli rosolare nell'olio. Quando sono dorati toglieteli dal fuoco, asciugateli e mettere nella padella le cipolle a fette grossolane, insieme al sedano. Quando le cipolle sono ben appassite, aggiungete il curry (un cucchiaio ogni 4 persone circa) e la farina (idem), mescolando bene per qualche secondo. Nel giro di 10 secondi circa il curry sarò tostato e comincerà a scoppiettare; aggiungete subito il brodo e il vino bianco (un po'), mescolando bene la salsa e lasciandola andare qualche minuto. Aggiungete il pollo, aggiungete brodo e vino in modo da coprirlo bene e lasciate andare mescolando di tanto in tanto. La salsa si rapprende circa nello stesso tempo che il pollo impiega a cuocere. Dieci minuti prima che il pollo sia cotto aggiungete uvetta e mele a dadini piccini. Le mele devono venire cotte fuori ma ancora durine dentro.
Magnàte.
Strabuono.
Buonappe!