giovedì 2004-04-29
Gioite, genti di tutto il mondo: è nata
Camerasutra, rivista (anzi, non è una cazzo di rivista, come leggerete nell'editoriale...) di riflessione cinematografica ad opera di studenti universitari appassionati e vogliosi di esprimersi.
Al momento è prevista una distribuzione delle copie cartacee all'interno delle università Cattolica e Statale di Milano, per il futuro chissà. Ma se nel frattempo foste interessati a darci un'occhiata, potete trovare
la versione .pdf sul sito di Camerasutra.
Camerasutra conta fra le sue fila l'inflessibile Serena Corvaglia e il semprenero Stefano Lombardini -ossia i due direttori- il combattente Davide Fracasso, Fabio Colombo aka Funky Combo, Giuseppe Zucco (altresì noto come "il Coppola della Locride), la finta rumena Ileana Ongar, Andrea Castelli (che, sinceramente, non ho ancora capito chi sia...), l'ineffabile Mauro Resmini e Marco Agustoni, alias il sottoscritto.
Forse, il mio articolo è il più miserello, e tanto per cambiare finisco per parlare di
Chuck Palahniuk: i vecchi lettori di
Culture Move sapranno che è un mio chiodo fisso...
Invece di parlarvi direttamente di Camerasutra, lascerò parlare l'editoriale:
Questa non è una cazzo di rivista.
Questa è una lettera d’amore.
Una lettera d’amore e si muove,
si perpetua nel tempo
attraverso le sue quattro perforazioni laterali
e si proietta,
lanterna magica in un buio postmoderno.
Inizia il film, ma si aprono pagine, e sono pagine di cinema.
Cinéphiles di inizio millennio, riuniti a gran voce per cantare insieme con un linguaggio nuovo le emozioni che nascono dentro, dentro una sala avvolta dal buio, mentre volti assorti riflettono la luce di quello che i loro occhi vedono, e il loro cuore palpita al ritmo della musica che respirano.
Siamo studenti, giovani e nomadi, e amiamo il cinema, così familiare, così sconosciuto.
Questo dovrebbe bastare.
Ma non basta a noi.
Chi ama lo deve sussurrare, dire e poi gridare, e ancora più forte, sempre più forte, e poi scrivere, perchè chi non ha sentito legga.
Così nasce CameraSutra, Camera chiara e Kamasutra, da un gioco di parole di Bernardo Bertolucci che in una vecchia intervista all’Unità del 28 settembre 1982 citò il Roland Barthes di “Le plaisir du texte”, per sintetizzare il rapporto erotico, quasi fisico, tra scrittore e lettore, tra regista e spettatore. Noi, a band à part, siamo qui per riflettere e far riflettere.
(...continua su Camerasutra)
Ah, quasi dimenticavo: ho preso 29-30 nella prima parte dell'esame di Storia e Critica del Cinema... occorre brindare!