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“Difficile uscirne”
tavola #202: Difficile uscirne

storyboard

clicca per espandere ==== vignetta #1
Erika Hayasaka: <Nanasawa….>
==== vignetta #2
Erika Hayasaka: <Che razza di impossibile sistema di chiusura ci hai cucito dentro stavolta?>
==== vignetta #3
Kimiko Nanasawa: <Scusa. Aspetta, lasciami fare.>
Erika Hayasaka: <Perché fai questi vestiti così complicati?>
Kimiko Nanasawa: <Beh, sono fatti così. Sei adorabile con questi fronzoli.>
==== vignetta #4
Kimiko Nanasawa: <Tra l'altro, penso che se cucio il vestito in modo da rendere difficile uscirne, ti terrà fuori dai guai.>
Kimiko Nanasawa: <Acc, questo fiocco è tutto sbagliato…>
==== vignetta #6
Erika Hayasaka: <Dimmelo ancora… Chi è che ha una audizione per doppiare un gioco porno, oggi?>
Kimiko Nanasawa: <Ehhhhh…>

console

<lazyboy>

“Il Giringiro”

giovedì 2004-02-12

L’altro giorno io e il mio amico Pantaleone ci siamo accordati per ritrovarci il mattino successivo, alle 9, per un Giringiro. Il Giringiro è una sorta di gita il cui tragitto e le cui mete sono totalmente improvvisati, secondo l’estro del momento.
E’ stato così che, armati di una bottiglia d’acqua frizzante e di due crescie (ndA: la crescia è una sorta di piadina tipica delle Marche) farcite di patate e mozzarella, siamo partiti alla volta delle campagne circostanti Milano.
Passate Corsico e Cesano Boscone, ci siamo gettati in direzione della campagna pavese, perdendoci immediatamente dalle parti di Badile e Lacchiarella. Qui abbiamo avvistato numerose nùtrie, enormi toponi di origine sudamericana. Pantaleone, la cui più grande paura sono i topi, è rimasto al contempo affascinato e disgustato da questi grassi roditori, per la maggior parte spiaccicati sull’asfalto.
Abbiamo così provato ad avanzare alcune teorie su tali curiosi animali, e siamo giunti ad alcune conclusioni:
-In primo luogo, tali creature sono state create dagli zingari (ne abbiamo infatti avvistate numerose in prossimità di un paio di accampamenti zingari), in seguito a numerosi incroci ed esperimenti.
-Gli zingari utilizzano le nùtrie per trainare i loro caravan.
-Se dai da mangiare a una nùtria dopo mezzanotte si trasforma in un gremlin.
-Le nùtrie, se lanciate in corsa in autostrada, possono raggiungere agevolmente i 120 kmh (difatti Pantaleone, alla guida del suo eroico Bulldozer che a fatica ne raggiunge 100, continuava a voltarsi per controllare che non ci stessero inseguendo).
Una volta districatici dalle due stradine in croce di Badile, nelle quali siamo comunque riusciti a perderci, dopo aver scorrazzato per metà delle tangenziali della provincia di Milano, abbiamo fatto volta verso est, in direzione di Peschiera Borromeo.Qui il destino, aiutato dal desiderio di ritornare in città, ci ha pian piano riportato in territorio milanese.
Abbiamo così deciso di fermarci al Parco Forlanini, a fare merenda: seduti su un muricciolo, in riva al laghetto, abbiamo cominciato l’assedio alle nostre crescie farcite. Oramai appagati dalle nostre succulente vivande, ci siamo messi a lanciare pezzi di piadina ai gabbiani del laghetto.
All’inizio ci divertivamo, poi la situazione ha cominciato pericolosamente a ricordarci “Gli uccelli” di Hitchcock, con un assembramento di uccelli minacciosi e affamati ai nostri piedi (a me venivano in mente anche i gabbiani di “Alla ricerca di Nemo”, quelli con lo sguardo da psicopatici che non dicevano altro se non: “Mio! Mio! Mio!”). Ci è sembrato saggio togliere il disturbo.
Ormai prossimi all’ora di pranzo, abbiamo così deciso di porre fine al nostro Giringiro, ripromettendoci di rinnovare al più presto l’appuntamento nomade.

<clem131>

“Phai”

domenica 2004-02-15

"Sono da poco passate le dieci del mattino. Là, tra le montagne delle Dolomiti di Brenta, il clem dalla cresta azzurra si sta svegliando in questo momento con ancora i caccolotti negli occhi."
È più o meno così che domenica mattina sono andato a svegliare paolino_chan dopo sei grasse ore di sonno. L'ho trovata per caso, frugando in mezzo a un groviglio di capelli e sacco a pelo, e stranamente, nonostante sia ESTREMAMENTE pericoloso svegliare il p_chan che dorme, sono sopravvissuto.
Il weekend passato a Fai (oramai non quello appena passato ma quello prima) è stato parecchio destabilizzante. A me serviva di staccare da Milano, a tutti i costi, e poi avevo ancora sul gozzo una serie di occasioni in cui avevo invitato mezzo mondo ed erano venuti in 3 causa esami/lavoro/minchiefritte...
...ora che ci penso, una di queste volte, approfittando della solitudine mi son messo con una (l'altra che era salita oltre a me -_-) e ci son rimasto praticamente due anni e mezzo ¬_¬'.
Bisogna andare più spesso a Fai, sissì.
Ahem.
Si diceva.
Lo scopo del uich end era inesistente. Eravamo così tanti e così assortiti che sperare di intravedere uno scopo comune oltre allo sbronzarsi sarebbe stato utopistico. C'erano gli amici di fisica col telescopio (cielo nuvoloso, piddì, niente osservazione) e con le calze con le dita; c'era un amico scout del campo scuola capi, profondo conoscitore di giochi di carte dalla imbecillità intrinseca ed estrinsecantesi successivamente nei comportamenti anomali dei giocatori (vi dico solo che chiamarsi al cellulare era un modo perfettamente lecito per vincere la partita); c'erano gli amici sottomessi del gruppo scout, il mio stavolta; gente del gruppo di D&D, Lazyboy, gente ex di Vampire the Masquerade; e naturalmente la graziosa p_chan, unica non milanese della congrega, ignara dell'utilità della spazzola per capelli in viaggio (la mattina presto sembra Mafalda) (lei lo negherà, ma sta troppo bene coi capelli bomba-a-mano-style).
Il tutto è avvenuto sotto il patrocinio della Clemnonna, una gran donna dalle notevoli caratteristiche (str 18, dex 11, cos... emh... ok, questa era proprio brutta), che vive arroccata sulla montagna nel suo maniero.
Io avrò studiato si e no un tre ore scarsissime.
Non so che cacchio raccontare, son tornato più rintronato di quando sono partito, per tutta una serie di motivi piuttosto strani ed inspiegabili, e faccio un po' fatica a riordinare gli avvenimenti e dare un filo logico al caos. Fai della Paganella è un posto magico, vi si incrociano le linee di potere e la casa ha una sua identità e una sua volontà. Detta così sembra Shining, ma non saprei proprio come descrivere meglio l'atmosfera. L'amosfera della casa si adatta a chi vi risiede, aumenta le percezioni, apre i canali, un po' come la grappa insomma. Al richiamo del clem hanno risposto in tanti, e molti di quelli che hanno risposto non li vedevo da molto tempo. Incontrarsi in un ambiente per me così familiare con persone che invece non lo sono, beh, destabilizza, e parecchio anche.
Eh sì, perché comunque sia quando vai a Fai con qualcuno ci sono cose che cambiano. Non cambiano sempre per tutti, ma qualcuno deve pagare il tributo allo spirito della casa. Custode dell'atmosfera, conserva memo a pezzi nei cassetti sotto naftalina, se entri in casa senti proprio questo, caldo di ricordi e odore di naftalina. Allora capita di guardare qualcuno con gli occhi dello spirito della casa, magari un buon amico, magari solo un conoscente. Prima che tu ti renda conto di quello che ti sta succedendo (e, credetemi, non è un modo di dire... io lo capisco appieno _sempre_ _solo_ dopo)(se ci arrivo durante è perché qualcun altro me l'ha fatto capire ¬_¬)(aaah la società celtica)(e questa è criptica, ragazzi se è criptica), dicevo, prima del florilegio di parentesi, prima che tu ti renda conto razionalmente di quel che sta succedendo, cominci a guardare qualcuno con occhi diversi. Gli parli con un altra voce, persino i vecchi concetti diventano inadeguati. Se ci fate caso, è in queste occasioni di vacanza/vita a contatto che nascono i nuovi "tormentoni" nelle compagnie di amici. Quelli vecchi diventano, per l'appunto, vecchi. Serve un nuovo tormentone per qualcosa di nuovo da tormentare e su cui, soprattutto, tormentarsi.

Minchia come sono lirico, devo compensare in qualche modo se no mi ritorna lo scompenso e non riesco a fare il megaripasso per l'esame di mercoledì.
De-liricizzazione dell'atmosfera:
Sapete come si fa a capire se una mosca ha scoreggiato?
Improvvisamente vola dritta.