domenica 2003-11-02
Cosa dire di
LuccaComics2003?
Ha piovuto.
Per forse la mia prima volta ho assistito a una fiera (il sabato) "mozza", castrata da una semplice casualità, ma iniziamo dall'inizio.
Sfiga numero 1: il viaggio
Fiduciosissimo, decido di fare la strada da Firenze a Lucca prendendo la
SGC FI-PI-LI, scordandomi completamente che il suo percorso passa parecchi chilometri più a sud di Lucca; ma questo, come presto vedremo, è il meno.
Bene, è mattina, partiamo. L'acqua celeste gioiosamente ci degna della sua presenza e ci inzuppa nel breve trattodi lungarno Sodarini che percorriamo per raggiungere la macchina.
Alla guida della fida Alfa 146, partiamo per l'ovest. L'acqua celeste gioiosamente scroscia sul parabrezza rendendo la visuale inferiore al metro anche con i nuovissimi tergicristallo che si impegnano al massimo della loro velocità.
Non appena ci rendiamo conto di aver perso l'uscita che sarebbe stata la più opportuna per poter ragigungere Lucca (Pontedera, se non erro!) il mio nuovo Sony-Ericsson T68i, gioiosamente, taglia il già flebile filo di lana che era uso sostenere la spada di Damocle presente a pochi centimeti sopra la mia testa: degli impegni scout delegati ad un vice per evitare di mollare in asso la decina di amici a cui avevo già promesso un pernottamento alla mia fiorentina dimora.
Nel contempo clem131 e Marta lavorano alacremente sulla cartina stradale (in scala
uno a centomila, le più comode per trovare le stradine locali…), io esco all'usicta successiva, continua la salva di telefonate scout (venga ringraziata la mia previdenza nell'acquisto dell'auricolare!) e i tentativi di riannodare quel flilino di lana e di evitare lo sfondamento del cranio da parte della contundente arma (per fortuna Damocle non la affila da migliaia di anni!) e, giustamente, l'acqua celeste
insiste nel suo felice tamburellare sulla carrozzeria rendendo tutti questi compiti molto più difficili del normale.
Nonostante tutto, riusciamo a giungere.
Sfiga numero 2: i biglietti
Consci, per esperienze passate, della festiva coda alla biglietteria della fiera, ci dirigiamo immediatamente alla stazione, dove la coda per i biglietti si rivela essere di una felice oretta scarsa (e qua già sentiamo puzza di bruciato: gli altri anni non era mai stata superiore ai 15 minuti).
Gioiosi annunci lanciano sprazzi di felicità nei nostri cuori: "i pompieri hanno inibito l'accesso alla fiera per eccesso di persone", "i biglietti sono finiti", "dovete soffrire, e poi morire, bastardi!".
Nonostante tutto, riusciamo a comprarli.
Sfiga numero 3: la folla
Alcuni affermano che fosse tutta colpa della pioggia, altri affermano che gli organizzatori sono dei deficenti, altri ancora danno la colpa al comune che da qualche anno ha cancellato l'edizione primaverile.
Come dice spesso mia madre, cercare chi ha "colpa" non risolve niente, ma i fatti restano: una ressa ben superiore al normale.
Una folla, come non mai,
oltremodo stupida: ho numerosamente visto zone di fiera con una densità di 15 persone per metro quadro adiacenti a zone con meno di 1 persona/m². Da notare e sottolineare che la suddetta zona "altamente popolata"
non aveva particolari attrattive in più della adiacente zona vuota.
Tra un padiglione e l'altro l'acqua celeste continuava, gioiosa, a colpirci violentemente.
Sfiga numero 4: il viaggio verso la cena
Alcuni credono che un viaggio in autostrada da Lucca a Pisa sia breve e agevole.
Io
ero tra questi.
Fortunatamente gli addetti delle autostrade mi hanno gioiosamente aiutato a correggere questa idea, chiudendo dal casello di Lucca l'accesso all'autostrada per Pisa.
Dopo aver fatto inversione a U in tre caseli limitrofi per cercare di aggirare l'ostacolo, perdiamo gli amici in vari buchi neri (che, incidentalmente, si riveleranno poi salti dimensionali per Pisa) decidiamo passare dal verde al blu, un colore molto più rassicurante, con la sua capillare presenza e possibilità di invertire ad U senza rischiare la vita.
Segue un percorso piuttosto agevole, sempre allietato dal violento e gioioso scroscio dell'acqua celeste.
Giunti a Pisa scopriamo la vera difficoltà di questo livello: raggiungere, da Pisa, il ristorante prescelto, utilizzando il potere del blu.
Pare che, almeno in questo compito, il potere del verde sia molto più adatto.
Non tanto per la difficioltà intrinseca della viabilità pisana, giammai, più che altro per il fatto che i gioiosi e festosi pisani annoverano principalmente tre tipi di risposte alle richieste di indicazioni:
- certo che lo conosco, è di fianco a piazza dei Miracoli! (falso)
- facilissimo, vai sempre a diritto, dopo due semafori prendi il sottopasso e ci sei (la strada finisce 100 metri dopo in un incrocio a T, senza incrociare semafori)
- mi spiace non sono di qui
Riusciamo comunque ad arrivare.
Commento finale: fiera pur sempre mitica, non me la lascerò rovinare dai ripetuti e palesi interventi celesti.